martedì 6 novembre 2007

Spalletti su Roma-Sporting Lisbona


Ecco le parole di Spalletti alla viglia del match di Champions con lo Sporting

Chi è favorito?
"Loro potrebbero mettere qualche impeto in più. Per noi, però, è molto importante fare rislutlato".
Quanto è importante la vittoria per la Roma?
"Vincere non darebbe la matematica qualificazione, anche se ci consentirebbe di fare un grande salto in avanti. Ci proveremo, le intenzioni devono essere quelle. Ci vorrebbe ovviamente la disponibilità dello Sporting Lisbona, per parlare in questa direzione. Sarà una partita particolare e difficile soprattutto per via della classifica. Se riuscissimo a fare risultato, ad avere convinzioni, andrebbero a posto anche alcuni dubbi che ci accompagnano in campionato".
L'importanza della posta in palio potrà garantire la massima concentrazione?
"E' chiaro che le attenzioni e la disponibilità ci sono sempre. Per tutte le squadre che andiamo ad incontrare. Per questa competizione, però, qualcosa in più si respira sempre, proprio per l'importanza e la bellezza che ha. Ad Empoli è successo qualcosa di particolare, non penso che i due gol subiti siano solo colpa dell'attenzione. Nutro fiducia in questi ragazzi, affinché mettano sempre qualcosa in più negli aspetti da migliorare. Aspetti che loro hanno riconosciuto".
Il momento "Vucinic" visto da Spalletti
"Prima della gara con l'Empoli l'ho visto euforico e molto felice per il contributo che aveva dato ai suoi compagni. Dopo il match di domenica era altrettanto dispiaciuto. Deve sapere, però, che una situazione può andare come cerchi di svilupparla, un'altra, invece, ti dà il risultato opposto. Deve rimanere tranquillo, perché da noi avrà sempre il massimo del rispetto e della fiducia. Non penso che sia penalizzante giocare tante partite insieme. Penso che sia uno stimolo a far bene e sono convinto che il suo vero volto sia quello dove ci ha dato grandi vantaggi".
Nel secondo tempo di Empoli la squadra è apparsa poco equilibrata. Ha lavorato in questo senso?
"Non ho lavorato in questo senso. Non ho lavorato in nessun senso, perché non c'è stato tempo per lavorare. Faremo qualcosa stasera. Qualcosa di più, a livello di analisi, lo faremo domani mattina. L'analisi va sempre raffrontata a quello che è successo in campo. E domenica è successo qualcosa di casuale per quello che è il mio trascorso da allenatore di una squadra di calcio. Forse la squadra poteva stare dieci metri più alta nell'ultima parte di gara, ma abbiamo avuto tantissime occasioi per cihiudere il risultato. E' andata a finire così, purtroppo. Ripeto, c'è stata molto casualità, anche se è necessario giocare qualche metro più avanti. Perché è rischioso chiudersi troppo. Ad Empoli è stato un chiudersi per non permettere quello che loro ricercavano. Loro non rientravano più. Lanciavano la palla in avanti. Giocavano con tre punte centrali brave di testa per cercare di sfruttare le mischie in area. Allo stesso tempo, però, abbiamo riconquistato molti palloni che potevano consentirci di chiudere il match in contropiede o in ripartenza. La sistemazione ideale l'avevamo trovata da soli con quel tipo di atteggiamento".

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